Abstract:
L’intento del presente articolo è quello di descrivere il modus operandi di un investigatore privato nella lavorazione di un incarico. Come avremmo modo di esporre dettagliatamente nelle pagine che seguono, gli incarichi che possono essere affidati ad un professionista del settore sono molteplici e perciò si prenderà a modello scolastico un caso molto frequente, ovvero l’accertamento di carattere assicurativo.
Indice:
1. La ricezione dell’incarico ed il suo studio preliminare
2. Le attività di Open source intelligence
3. La verifica documentale
4. La pianificazione della trasferta
1. La ricezione dell’incarico ed il suo studio preliminare
Spesso le attività dell’investigatore privato sono di difficile comprensione ai non addetti ai lavori. Con questo contributo tenteremo, nei limiti del possibile, di raccontare “la giornata tipo” di un investigatore, elencando le più frequenti difficoltà alle quali si trova quotidianamente a far fronte, dalla ricezione dell’incarico fino alla sua restituzione.
Per esser precisi, difficilmente l’incarico si svolge in un’unica giornata, ma sono necessari più giorni per studiare, lavorare e rapportare la pratica assegnataci. Tra le mille tipologie di incarico che un investigatore po’ ricevere, quella apparentemente più banale è la lavorazione di un sinistro RC Auto. L’investigatore riceve un incarico dalla compagnia assicurativa (mandante) e il suo incarico consiste nell’appurare se il sinistro sia effettivamente accaduto o se sia una potenziale frode assicurativa.
La parola chiave di tutto l’articolo è tendenzialmente. Difatti ogni incarico è differente dall’altro e tendenzialmente non ci sono procedure o tempistiche standard, ma solo delle best practices, ovvero prassi dettate dell’esperienza e che hanno permesso nel passato di ottenere i migliori risultati.
Nella lavorazione di un sinistro RC Auto ricorrono tendenzialmente tre, quattro, o anche più soggetti: l’assicurato, la controparte, un trasportato ed un testimone. Talvolta i soggetti coinvolti possono essere anche molti di più, come nel caso di molti trasportati su entrambi i veicoli o in caso di un sinistro tra più veicoli, ma rimaniamo sul nostro caso “scolastico”.
Alla ricezione del fascicolo l’investigatore lo studierà con attenzione, raccogliendo in un’unica griglia, cosiddetta SCHEDA, i dati anagrafici ed i recapiti dei soggetti a vario titolo coinvolti, indicandone il ruolo (assicurato, trasportato, testimone, etc.). La scheda viene compilata su un file prestampato, la cosiddetta bozza di relazione, nella quale si riportano le proprie osservazioni, avendo cura di notare e annotare ogni possibile anomalia circa discrepanze nella dinamica, orari, distanze o gli stessi dati anagrafici.
Questo paragrafo è denominato “analisi documentale”. L’analisi è fondamentale in quanto permette di avere un primo quadro chiaro e sintetico del lavoro che si andrà a svolgere. Non si tratta di un asettico elenco dei documenti contenuti nel fascicolo, bensì di una disamina di ciò che permette di ricostruire in poche pagine la vicenda oggetto dell’accertamento.
2. Le attività di Open Source Intelligence
Il primo impulso all’attività investigativa vera e propria si dà con le attività di OSINT (Open Source Intelligence) di cui ho già fatto menzione in un precedente articolo. Le attività di OSINT, denominate convenzionalmente “indagini preliminari” sono tutte quelle attività svolte attraverso la consultazione dei pubblici registri e delle fonti aperte. Questa fase necessita di un notevole apporto intellettuale e critico da parte dell’investigatore ed è divisa a sua volta in quattro fasi: la raccolta delle informazioni, la selezione, l’interpretazione e la distribuzione (ovvero trasformare in forma scritta quanto raccolto selezionato e interpretato). Non sempre il fascicolo è completo di tutte le informazioni utili ed è pertanto indispensabile ricorrere alla consultazione di tutte le fonti disponibili per integrarle (Catasto, C.C.I.A.A., PRA, Motorizzazione Civile, Banche Dati etc.). Ancora, è importante una buona padronanza della navigazione su Internet e dell’uso delle più moderne applicazioni disponibili sugli smartphone.
Su INTERNET, l’attività più frequentemente svolta è il ricorso ai motori di ricerca quali Google e Yahoo o ad altri meno noti come ad esempio Bing o DuckDuckGo che ci permettono di ottenere risultati diversi, applicando algoritmi di ricerca differenti. Altrettanto importante è la SOCMINT (Social Media Intelligence) basata appunto sulla ricerca attraverso i social network. Tra i vari scopi di quest’attività c’è anche reperire recapiti telefonici, occupazione lavorativa ed indirizzi diversi da quelli già noti.
I social da consultare sono numerosi e talvolta è necessario ricorrere all’ausilio di motori di ricerca dedicati proprio ai social network, come PIPL o SPOKEO che permettono di individuare ed incrociare più profili riconducibili alla medesima query. Le tecniche di OSINT non sono una scienza esatta. È imprescindibile dunque l’apporto dell’investigatore, il quale dovrà verificare i risultati raccolti cercandone gli opportuni riscontri.
Una volta reperite le informazioni necessarie dovrà selezionarle secondo i criteri di attendibilità, attinenza e rilevanza.
A questo punto è importante prender visione del luogo del sinistro, sempre che questo sia indicato con precisione nel fascicolo a nostra disposizione. Per far ciò occorrerà avvalersi di motori di ricerca geografica come Google Maps e Street View. Ciò permetterà di immedesimarsi, ancor prima di recarsi in loco, nella dinamica dell’evento.
3. La verifica documentale
Infine, si procede alla cosiddetta verifica documentale. Plausibilmente, a fronte di una richiesta di risarcimento danni, vengono prodotte alla compagnia assicurativa, delle fatture di riparazione del mezzo danneggiato, certificazione medica, rapporti di intervento delle autorità di P.G. o fatture per cure specialistiche.
L’investigatore deve dunque sincerarsi della genuinità di questi documenti e potrà farlo rivolgendosi direttamente alle società e agli enti emittenti la suddetta documentazione (Ospedali, Stazioni di P.G., Carrozzerie etc.). Purtroppo, i tempi di risposta sono generalmente lunghi e questo potrebbe costituire un ostacolo alla celerità nell’evasione dell’incarico. In genere si effettua un primo contatto telefonico (ad es.) con la struttura sanitaria, al fine di concordare le modalità di trasmissione della documentazione oggetto di verifica.
Per rendere più celere l’evasione dei lavori futuri, è opportuno compilare e aggiornare costantemente una rubrica, tenendo in memoria i contatti delle strutture e le modalità che adottano per evadere le richieste di questo genere. Spesso all’interno della stessa struttura vengono modificate le procedure e gli uffici di riferimento, rendendo l’informazione vecchia e da aggiornare. Ciò, talvolta, può dilatare ancora i tempi di evasione della pratica.
Per ciò che concerne la certificazione prodotta dal medico curante o da clinica privata, stante il potenziale rapporto di conoscenza diretta tra medico e paziente, è preferibile attendere prima di procedere alla verifica, onde scongiurare il rischio che il medico privato allerti il paziente circa le attività investigative in corso e vanificando così ogni “effetto sorpresa”.
4. La pianificazione della trasferta
Terminata l’istruttoria occorre predisporre la trasferta e l’investigatore avrà cura di portare sempre con sé: una copia della bozza di relazione; dei prestampati per raccogliere le dichiarazioni dei soggetti da intervistare; marche da bollo per eventuali richieste anagrafiche; documentazione utile presente nel fascicolo da sottoporre alla visione dell’interessato per verificarne la paternità; biglietti da visita; planning della trasferta.
Per redare il planning è consigliabile compilare una griglia in formato Excel, nella quale sono indicati in colonna tutti gli accessi programmati. La griglia deve contenere inoltre il nominativo, l’indirizzo (provincia, città e via in tre diverse colonne), il contatto telefonico, la data ed il numero del sinistro, ogni eventuale nota che l’investigatore ritiene di dover tenere a mente durante l’indagine. È utile che venga fatta in Excel in modo da poter applicare i filtri per provincia e città. Così è possibile raggruppare facilmente i soggetti residenti nelle stesse zone ed ottimizzare gli spostamenti.
Una seconda pagina del planning sarà dedicata al tragitto programmato, che viene “disegnato” con Google Maps secondo due criteri imprescindibili: geografico e di opportunità investigativa.
Il primo è abbastanza banale, tendenzialmente è bene iniziare dal punto più vicino al luogo di partenza per arrivare al più lontano, di modo che se qualche attività non è andata a buon fine per qualunque ragione si può espletare un secondo tentativo al rientro in sede. Il secondo consiste nella scelta dell’investigatore di contattare prima una parte o l’altra.
Ciò non soggiace a regole standard ma è frutto dell’esperienza e dell’intuito dell’investigatore che sceglierà la strategia investigativa che ritiene più opportuna. È bene ribadire che non esiste una strategia investigativa efficace in termini assoluti ma, come dicevo poco prima, esistono delle best practice che suggeriscono in linea di massima quale linea seguire.
È bene tenere a mente che le variabili in un’indagine sono molteplici e la più imprevedibile è senza dubbio il fattore umano, ovvero il comportamento di tutti coloro coi quali andremmo ad interfacciarci. Per questa ed altrettante ragioni, l’esito, ed il successo, di una strategia investigativa è sempre aleatorio e subordinato a fattori che non si possono prevedere.
L’investigatore nella preparazione della sua trasferta deve inoltre ispirarsi a due principi fondamentali, che si traducono entrambi con il termine italiano “SICUREZZA” si tratta della “SAFETY” e della “SECURITY”. Il primo attiene alla prevenzione di tutti i rischi derivanti da eventi accidentali, mentre il secondo attiene alla prevenzione di tutti i rischi derivanti dal comportamento umano.
La SAFETY si declina in tutti gli accorgimenti atti a prevenire, ad esempio, il rischio di incidenti stradali e dunque avendo cura che il proprio veicolo sia sempre in un buono stato d’uso di modo da garantire un viaggio sicuro. Spesso il teatro delle indagini dista diverse ore di macchina dal domicilio dell’investigatore ed è perciò importate che questi intraprenda il viaggio riposato, lucido e concentrato. È per questa ragione che è importante aver cura della propria forma fisica, delle ore di riposo prima della trasferta e della propria alimentazione di modo da non appesantirsi alla guida.
È inoltre consigliabile evitare il consumo, e ovviamente, l’abuso di alcolici, soprattutto durante e nelle ore precedenti alla trasferta. Uno dei rischi principali per un investigatore è senza dubbio connesso alla guida, ma indubbiamente gli infortuni possono derivare da una miriade di elementi. Spesso occorre entrare in fabbriche, carrozzerie, strutture sanitarie e talvolta anche campagne. È bene in questi casi, laddove non si abbia una preparazione specifica dei vari presidi di sicurezza, seguire con attenzione le indicazioni del responsabile della sicurezza che in quel momento ci accoglie e ci consente l’accesso alla struttura.
Per ciò che concerne la SECURITY l’investigatore dovrà conoscere approfonditamente il territorio e gli ambienti nei quali andrà a lavorare, talvolta rivolgendosi alle autorità di Pubblica Sicurezza e richiedendo, laddove necessario, anche un supporto logistico. Ogni altro accorgimento finalizzato a prevenire i rischi per la propria incolumità sarà messo in atto sulla base della propria esperienza pregressa. La SECURITY non attiene solo ai rischi contro l’incolumità fisica dell’investigatore, ma anche alla tutela dei dati riservati che tratta e custodisce.
È dunque necessario avere cura che sia il materiale cartaceo che quello digitale non siano in alcun modo accessibili a terzi non autorizzati. Ogni documento raccolto nel corso delle indagini viene immediatamente digitalizzato e trasmesso a mezzo mail alla propria base operativa, affinché in qualunque momento ne rimanga traccia in caso di furto. È dunque consigliabile, per quanto possibile, portare con sé la minor mole di materiale cartaceo, prediligendo sempre quello digitale, necessariamente protetto da password che inibiscano l’accesso a terzi.
Questo ovviamente al fine di ridurre il rischio di furto di documenti contenenti dati sensibili, e soprattutto perché il materiale di lavoro non deve mai esser lasciato incustodito e perciò è bene “viaggiare leggeri”.
Nella seconda parte di questo articolo tratteremo le indagini in loco e le modalità per rapportare le attività svolte affinché siano fruibili al meglio dal committente e da chiunque debba prenderne visione in seguito.